Comunicazioni
GIORNATA INTERNAZIONALE DEL MAR MEDITERRANEO


Ricorre oggi, 8 luglio, la Giornata internazionale del Mar Mediterraneo. Istituita nel 2014, rappresenta un'occasione per aumentare la consapevolezza sullo stato di salute del Mare Nostrum e sui pericoli che lo minacciano. 

Il Mediterraneo– questo mare “in mezzo alle terre”-  è uno scrigno della biodiversità marina del nostro pianeta perché, pur avendo solo una superficie di circa l’1% di tutti gli oceani, ospita oltre 12mila specie marine, tra il 4 ed 12% della biodiversità marina mondiale e proprio per questo motivo può essere considerato come un hotspot del cambiamento climatico, ossia è una delle zone del Mondo che subirà maggiormente l’aumento delle temperature proprio in quanto una delle più vulnerabili.

Il Report dell’IPCC focalizzato sull’area mediterranea pubblicato a fine febbraio 2022 (IPCC WGII AR6 Cross-Chapter Paper 4) ha messo in evidenza le particolarità` e la vulnerabilità` di questa parte del pianeta.


Nonostante l’Italia abbia ratificato la Convenzione di Barcellona, istituita nel 1976 e finalizzata ad attuare azioni utili a prevenire, combattere ed eliminare l’inquinamento dell’area del Mar Mediterraneo e a proteggere e valorizzare la sua biodiversità, fino a oggi gli sforzi per preservare questo scrigno ecologico e contrastare gli effetti del cambiamento climatico sono stati insufficienti. 

Inoltre, questo spazio geo politico, ambientale e psicosociale, che nella storia dell'umanità è stato conosciuto con diversi nomi, ha sempre rappresentato il perimetro e il ponte tra quei territori considerati la culla di alcune tra le più antiche civiltà del Pianeta, nonché teatro principale della storia e della cultura occidentale.

Con il tempo questo mare che gli antichi romani chiamavano Mare Nostrum è diventato l’archetipo di tutti i mari del mondo, che per loro natura collegano e separano culture, territori e popoli, diventando spazio navigabile e teatro di migrazioni, guerre, commerci e di stili di vita.

Negli ultimi decenni, questa specie di lago salato, cui dobbiamo la nostra fisionomia culturale e politica, ha assistito alla recrudescenza di guerre e sommovimenti sociali ed è diventato una tomba a cielo aperto per migliaia di uomini e donne che hanno cercato di attraversarlo per sfuggire a guerre, carestie e povertà.

Così facendo, è diventato spazio che ci interroga e interpella sul tema della dignità umana, dei diritti e delle libertà, ponendoci la domanda su quale sia la nostra idea di sviluppo sociale e ambientale. In questo delicato momento di transizione ecologica non possiamo che rivolgerci alla storia e alle culture del Mediterraneo per trovare nuovi spunti per pensare nuovi modelli di sviluppo e convivenza sociale, che siano in grado di preservare la diversità biologica e limitare il potere distruttivo della guerra e delle forme di violazione della dignità umana in corso.

Come Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà non possiamo che assumere il compito di porre al centro delle nostre azioni la riflessione sul futuro dell’ambiente e dei diritti e non possiamo che rivolgerci a questo Mare, sperando sia davvero il deposito di un Pensiero Meridiano, utile a riformulare l’immagine che i molti sud del mondo hanno di sé, sperando non siano più periferia degradata, ma centro di un’identità ricca e molteplice.

Siamo sicuri che la bellezza dell’idea stessa frontiera, il suo essere luogo caratterizzato da estreme mobilità, pervasività e innovazione che il Mediterraneo ci consegna potrà esser fonte d’ispirazione per condurre il lavoro di aggiornamento dei valori che la Resistenza ci ha consegnato e che tentiamo faticosamente di custodire e traghettare nel nuovo Secolo.

Roberto Mastroianni
Presidente del Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà