Incontro
"MONUMENTI PER DIFETTO" DI ADACHIARA ZEVI
Giovedì 12 giugno, ore 18 - sala conferenze

Ne discuteranno con l’autrice Daniele Lupo Jallà, Claudio Vercelli, Elena Dellapiana e Paola Monasterolo

In occasione del settantesimo anniversario della strage delle Fosse Ardeatine, Adachiara Zevi riflette sui rapporti tra architettura e memoria, prendendo in esame alcuni casi esemplari di monumenti, musei e memoriali che si distinguono per qualità e originalità urbanistica, architettonica e artistica. Il Mausoleo delle Fosse Ardeatine è il primo monumento a non essere concepito come oggetto da contemplare ma come percorso «da agire», per far rivivere il tragitto seguito dalle vittime; le forme – naturali, architettoniche e artistiche – non sono intese come stazioni di arrivo, ma come tappe intermedie di un circuito continuo. Da Roma ci spostiamo a Berlino, per raccontare il memoriale progettato da Peter Eisenman: una gigantesca griglia deformata e sbilenca che registra il passaggio dal monumento come percorso al monumento come brano di città. Se il «contro-monumento», nella versione di Jochen Gerz, prevede già nella concezione la sua sparizione, spetta alle «pietre d’inciampo» ideate da Gunter Demnig l’intuizione del «memoriale diffuso» dedicato a tutti i deportati: discreto, centrifugo, anti-gerarchico e in progress, è un enorme mosaico della memoria europea le cui tessere sono le decine di migliaia di sampietrini collocati davanti alle abitazioni dei deportati, che restituiscono loro dignità di persone e un luogo dove ricordarli. Senza la pretesa di essere esaustivo o imparziale, questo studio si basa sulla convinzione che, in tema di memoria, la testimonianza artistica, o il contenitore architettonico, non sono mai indifferenti, né tantomeno neutrali.