CHARLOTTE DELBO. UNA MEMORIA, MILLE VOCI
28 gennaio - 30 marzo 2014
In mostra dal 28 gennaio al 30 marzo 2014
Prodotta dall’Isrec - Istituto bergamasco per la storia della resistenza e dell’età contemporanea e dal Centre d’histoire de la Résistance et de la Déportation di Lione, la mostra Charlotte Delbo. Una memoria, mille voci presenta un percorso di analisi e approfondimento sulla figura e l’opera di Charlotte Delbo.
Costruita a partire dagli archivi della scrittrice, depositati alla Bibliothèque Nationale de France dalla sua erede universale Claudine Riera-Collet, la mostra crea uno spazio in cui immagini, suono e parole si mescolano per coinvolgere il pubblico in un percorso di memoria. Curata da Elisabetta Ruffini, direttrice dell’Isrec, la mostra coniuga i molteplici aspetti della vita di Charlotte Delbo (la vita privata; la deportazione; la scrittrice, la produzione artistico letteraria) a una fruizione di impatto che gioca su un’architettura geometrica e modulare. Un percorso espositivo composto da celle di carta e cartone, che rievocano da una parte la claustrofobia dell’internamento e dall’altra esaltano la forza contenutistica di un’opera per cui l’arte è memoria. L’esposizione è inoltre arricchita dalla proiezione del documentario inedito Storia del convoglio del 24 gennaio 1943 – Auschwitz-Birkenau di Claude-Alice Peyrottes e Alain Cheraft.
La mostra, nata dalla collaborazione di enti culturali europei e con un itinerario internazionale, dopo essere stata ospitata nel corso del 2013 a Parigi, Lione, e a Fossoli, approda ora al Museo Diffuso della Resistenza, che la presenta al pubblico torinese in occasione del Giorno della Memoria 2014.
Charlotte Delbo, francese dalle origini italiane, resistente e deportata, segretaria di Louis Jouvet e assistente di Henri Lefebvre, è autrice di un’opera poetica e teatrale di portata universale, ma ancora poco conosciuta in Italia. La letteratura tesse il legame tra gli uomini e la loro storia, costruendo la consapevolezza del presente e l’immaginazione del futuro. Per Delbo, sopravvissuta dei campi nazisti e, al ritorno, osservatrice attenta del mondo che la circonda, la memoria è gesto poetico in grado di liberare il passato dalle immagini stereotipate del presente. Combattere l’oblio significa creare le forme per risvegliare nell’interlocutore la consapevolezza della responsabilità delle proprie scelte. Le sue parole scritte “ad alta voce”, scritte “per dare a vedere”, sono luoghi in cui passato e presente si incontrano e la memoria si fa gesto poetico capace di creare una coscienza che rinnovi lo sguardo su entrambi.