La mostra esprime la consapevolezza del drammatico rapporto che l’Ateneo torinese ebbe con questo momento cruciale della storia del nostro paese. L’Università di oggi si identifica con le vittime, le commemora e le ricorda. L’Università di allora è giustificatrice ed esecutrice delle leggi razziali: il mondo accademico coopera a definire il quadro pseudo-scientifico che prepara le leggi. L’Ateneo esegue amministrativamente con zelo la cacciata dei discriminati e accoglie chi ne prende il posto.
Sono presentati strumenti, libri e documenti che raccontano da una parte le azioni intraprese dall’Ateneo per obbedire alle nuove leggi, dall’altra le biografie degli espulsi, di come affrontarono la drastica interruzione delle loro attività, e di quelli che li sostituirono, studiosi di valore ma anche sostenitori del regime dallo scarso profilo accademico.