20 MAGGIO – 17 GIUGNO 2017
Si è voluto dare il nome di Adelmo a questa mostra perché così si chiamava il più giovane – 18 anni – dei confinati dei quali si cerca qui di ricostruire le vicende. Si sarebbe potuto altrettanto a ragione intestarla a Giuseppe, morto probabilmente suicida a 22 anni – morto di omofobia come oggi si direbbe – oppure a Catullo, confinato per la seconda volta a 51 anni; oppure a uno qualunque dei ventinove protagonisti di queste storie.
Tutte hanno qualcosa che le rende uniche. Si tratta di storie, inevitabilmente parziali, ricostruite soltanto sulla scorta delle carte di polizia e degli atti giudiziari, nella consapevolezza che la vita delle persone a cui si riferiscono fu più complessa e – si spera – serena di quanto risulta da quella documentazione. Il rischio che si corre in questi casi è duplice.
Ci si può appiattire al modo di vedere le cose proprio degli organi dello Stato fascista; oppure, al contrario, guardare a quegli stessi fatti da una prospettiva troppo attualizzata lasciando in ombra le peculiarità dei tempi e dei luoghi in cui accaddero.
Dato il carattere foto-documentario di questa mostra, si è qui scelto di esporsi sul versante di una visione giudiziaria, lasciando al visitatore il compito di meglio interpretare i materiali presentati. L’alternativa, in mancanza di una ricostruzione documentaria a più voci, sarebbe stata lasciare che l’opera del tempo e l’incuria degli uomini cancellassero ogni traccia di ciò che quelle carte raccontano. Ma le vite distrutte di chi patì il confino e delle loro famiglie, ci interpellano ancora oggi dalla condizione di paria loro assegnata rivendicando il diritto di esser parte della nostra memoria.
E ad esistervi con pieno diritto, come dettato dall’articolo 3 della nostra Carta Costituzionale: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge…”
Questa mostra vuole essere un’occasione per ricordare ciò che è stato, ma soprattutto un invito a non chiudere gli occhi di fronte a ciò che ancora oggi accade vicino a noi, ad esempio in Cecenia, e viene occultato con lo stesso sistema: negando l’esistenza dell’omosessualità.
Alcune mostre prodotte dal Museo sono disponibili al noleggio. Per verificare la possibilità di noleggio o per chiedere informazioni aggiuntive, è possibile compilare il form sottostante.